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IL SOSTEGNO AL SISTEMA PAESE, TRA GRANDI E PMI

Detassazione dell’incremento degli utili realizzati sui mercati esteri, reintroduzione del Ministero per il Commercio Estero già previsto dai padri costituenti, cabina di regia permanente sui temi dell’export, impegno del Governo contro l’”italian sounding” nell’ambito delle istituzioni internazionali, coinvolgimento strutturale delle comunità italiane all’estero come ambasciatrici del Made in Italy.

Sono questi i cinque punti strategici della “Proposta strategica per l’export italiano”, lanciata dal Presidente del Forum Italiano dell’Export IEF, Lorenzo Zurino, al termine della due giorni degli Stati Generali dell’Export Italiano ad Alba. Imprenditore dell’Export da oltre 4 generazioni, Zurino è fondatore e CEO di The One Company, un’azienda leader nel commercio di prodotti italiani nel mondo, con un focus sul food & wine esportato principalmente negli Stati Uniti (11 Stati) e dopo l’acquisizione della storica PIEFFE & Partners , il volume di export è aumentato a 2000 container all’anno, con aggiunta di Australia, Israele ed Europa (Svizzera, Germania e Austria).

All’interno del Centro ricerche Pietro Ferrero, Zurino ha così presentato un piano articolato per rafforzare l’export e il Made in Italy e aiutare le aziende italiane, in particolare le PMI, a proiettarsi ancora di più sui mercati esteri e a incrementare i 660 miliardi che costituiscono il totale dell’export italiano, circa un terzo del PIL italiano.

In sintesi, una proposta illustrata in rappresentanza delle 2067 aziende che hanno aderito al Forum Italiano dell’Export e che esprimono circa 200 miliardi di fatturato, realizzato in buona parte fuori dall’Italia, emersa dopo un convegno – seguito con assoluto interesse da una variegata platea di imprenditori, istituzioni, manager e giornalisti – che si è focalizzato sull’attenzione da parte delle istituzioni verso le aziende esportatrici e la figura dell’imprenditore, la centralità del sistema bancario nel supporto all’export, il rafforzamento del sistema infrastrutturale, la semplificazione burocratica. Due giornate intense, che hanno visto avvicendarsi sul palco di Alba oltre 70 autorevoli relatori in rappresentanza di grandi aziende e PMI, Banche, Associazioni di categoria, Enti fieristici, Università, Ordini professionali e nel corso delle quali è stato anche ufficializzato l’ingresso nel board dello IEF del Chairman di Anivad Spa e azionista Exor, Eduardo Teodorani Fabbri e di Francesco Pugliese, Vicepresidente nazionale di Confcommercio, che ha commentato, a margine,  gli ultimi dati sull’inflazione e il patto anti rincari del Governo Meloni: “Agire come si sta cercando di fare negli ultimi tre mesi, cercando di ridurre la galoppata che l’inflazione ha avuto seppure in calo in questo periodo però siamo ancora al 5%, è sicuramente un fatto importante che richiederà ulteriori sacrifici”.

In platea, tra gli ospiti illustri, era presente anche l’imprenditore saviglianese Bruno Alesso, patron de “La Sirenetta Resort & More Experience”, insieme a Chiara Osnago Gadda, PR e direttore della comunicazione della sua struttura e all’imprenditore Massimo Senini, proprietario dell’omonima azienda produttrice delle pavimentazione ecosostenibili che Alesso ha utilizzato per il nuovo villaggio Frozen, la prima Green spa finlandese in Italia, interna alla struttura de “La Sirenetta

Il 29 settembre, dopo l’apertura del convegno con i saluti del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio (che ha ricordato come Il Piemonte partecipa con oltre il 10% all’export nazionale); del sindaco di Alba, Carlo Bo (che ha reso omaggio a Michele Ferrero, uomo che privilegiava il fare, rispetto all’apparire); del Generale di Brigata Legione Carabinieri Piemonte e Val d’Aosta, Antonio Di Stasio; del Presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo; del Presidente dello IEF, Lorenzo Zurino e del Ministro per il Made in Italy e le imprese, Adolfo Urso. Il Think tank si è aperto dapprima con un focus sui temi del Made in Italy, dell’Agricoltura, dell’Enogastronomia e della Dieta Mediterranea, al termine del quale si è poi potuto apprezzare l’intervento del Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e l’intervista a Umberto Quadrino, presidente della Fondazione Edison e Tages Capital Sgr, per poi passare nel pomeriggio ai temi del Sistema Paese e ad una panoramica sul territorio piemontese. Il 30 settembre invece, gli argomenti affrontati sono stati le Banche e i Territori nel processo di internazionalizzazione del Made in Italy, le Infrastrutture e i Trasporti, per poi passare nel pomeriggio alla sezione di Geopolitica.

Monaco Affari era presente allo IEF ed ha assistito ad un’occasione di dibattito senza precedenti, che nelle due giornate ha visto intervenire, tra gli altri, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; il Presidente della Regione Emilia – Romagna, Stefano Bonaccini (che in particolare, insieme al Presidente Cirio, il 30 settembre si sono interfacciati in un dibattito molto interessante con Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno; Massimo Grillo, sindaco di Marsala; Flavio di Muro, sindaco di Ventimiglia), il Presidente di Leonardo S.p.A. e Vice Presidente IEF, Stefano Pontecorvo; Flavio Briatore; il Presidente Nazionale Coldiretti, Ettore Prandini; la Vicepresidente e Amministratore Delegato di Irinox e Vicepresidente di Confindustria, Katia Da Ros; il Vicepresidente Confcommercio, Francesco Pugliese; il Rettore della Luiss Guido Carli, Andrea Prencipe; il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti; il Ceo di Dolce & Gabbana, Alfonso Dolce; il Presidente di Minerva Hub, Matteo Marzotto; il Presidente di Cirio Agricola e Maccarese Agricola, Andrea Benetton; l’Executive Director, Business Governance Banca dei Territori, Intesa Sanpaolo, Virginia Borla; Stefano Vittorio Kuhn, Chief Retail & Commercial Banking Officer di BPER, main sponsor dell’evento.

“L’Italia basa sul commercio estero oltre un terzo del proprio PIL,“ ha affermato Lorenzo Zurino” circa 660 miliardi di euro ed è bizzarro che questo settore non abbia un proprio Ministro di riferimento. Il Ministero per il Commercio Estero venne previsto con grande lungimiranza dal primo Governo de Gasperi e dovrebbe essere ripristinato perché il Paese possa restare competitivo. Lo chiedono le oltre 2000 aziende che fanno parte di questo Forum e che rappresentano oltre 200 miliardi di fatturato, realizzato in buona parte fuori dall’Italia. L’export, come dimostrano i dati ISTAT di oggi, si sta dimostrando resiliente, ma i dati preoccupanti sulla Germania, la perdita di mercati come Russia e Ucraina e gli altissimi costi di materie prime e logistica, devono spingerci a lavorare di più e meglio su mercati emergenti come Vietnam, Indonesia, Malesia e Africa, eliminando alcuni limiti strutturali. Ad esempio, non possiamo continuare a basarci quasi esclusivamente sul trasporto su gomma, ma rafforzare la movimentazione su ferro e via mare. L’Italia, del resto, è un popolo di grandi mercanti e di imprenditori che sanno trasformare materie prime in prodotti eccellenti, ma per sostenere la propria crescita deve abbandonare la logica del piccolo è bello. Piccolo è piccolo non bello”.

Dunque, un’occasione di confronto e di network importante, il primo Think tank (di cui una caratteristica qualificante è quella di essere a partecipazione gratuita ed aperta a tutti), che si pone gli obiettivi di migliorare la conoscenza delle opportunità nei mercati europei e internazionali, facilitare lo scambio di idee e punti di vista, contribuire alla crescita economica italiana, dimostrare le potenzialità del nostro Paese e aprire nuove opportunità di business.

“In definitiva” ha aggiunto il presidente dello IEF “il messaggio che viene da Alba, è certamente quello di non dare per scontata la resilienza dell’export italiano, ma di lavorare in modo innovativo ed efficace per sfruttare tutte le potenzialità del sistema produttivo italiano sui mercati internazionali. Ci sono grandi opportunità per il Made in Italy sui mercati internazionali, ma il Sistema Paese deve avere il coraggio di percorrere strade nuove perché la concorrenza è agguerrita, lo scenario mondiale molto complicato e le aziende sono penalizzate da problemi strutturali che non possiamo più permetterci”.